Spleengate

mercoledì 4 dicembre 2019

Il bello di essere donna

IL GIARDINO DI LILITH





Lilith è Donna. È un aspetto -o più- del nostro carattere. È irrivirenza verso un sistema che deve cambiare.
Ma chi è Lilith esattamente?
È una figura presente nelle antiche religioni mesopotamiche e nella prima religione ebraica. Nella religione mesopotamica, Lilith è il demone femminile associato alla tempesta, ritenuto portatore di disgrazie e malattie. Per gli antichi ebrei, invece, era la prima moglie di Adamo (antecedente ad Eva): fu ripudiata e cacciata dal Giardino dell'Eden, poiché si rifiutò di obbedire al marito che pretendeva di sottometterla.
Alla fine dell'
Ottocento, in concomitanza con la crescente emancipazione femminile in occidente, Lilith diventa il simbolo del femminile che non si assoggetta al maschile.
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IL BELLO DI ESSERE DONNA


Qualche tempo fa feci un breve sondaggio sul mio profilo Facebook, in cui chiesi qual era -secondo i miei contatti- il più grande vantaggio dell'esser donna e la caratteristica per la quale non avrebbero mai voluto esserlo. La domanda era rivolta ad entrambi i sessi.
Mi soprese molto la risposta dei miei contatti: quasi tutti, sia donne che uomini, scelsero come pregio del genere femminile il poter dare la vita e come svantaggio l'avere le mestruazioni. Oltre il paradosso evidente, poiché per poter generare la vita il ciclo risulta essere prerogativa essenziale, mi stupì molto quanto fosse limitante l'opinione nei riguardi delle qualità femminili. Anche perché molte donne non possono/vogliono avere dei bambini e non sono certo identificabili come prive di qualità.
D'altronde, io stessa - come tantissime altre donne- dico spesso con ironia, ma celando ahimè un fondo di rassegnazione, che nella "prossima vita" vorrei nascere uomo. Perché è più facile. Ed eccome se lo è, ancora ai nostri giorni: impossibile negarlo. 'Più facile' non è però mai stato un sinonimo esclusivo di "felicità" ed anzi, spesso sono proprio le fatiche a regalarci le più grandi soddisfazioni.
Eppure stentiamo tutte/i a trovare caratteristiche positive che non ci limitino ad una relazione, ad un rapporto con qualcuno: ad es., madre- che si sdoppia, sensibile e che accudisce; moglie - amabile, rispettabile, attenta.
Non credo di aver mai conosciuto un uomo etero che invidiasse le donne per qualcosa che andasse oltre la possibilità di sedurre per ottenere vantaggi e la facilità di rimorchio. Come se questi fossero elementi assimilabili universalmente a tutte e pure opportunità: spesso si tratta di svantaggi, per donne che non ne desiderano gli effetti consequenziali.
Ma non ci possiamo affatto stupire, se siamo le prime a identificare poche qualità nel nostro genere e anzi a considerare potenziali difetti e debolezze i nostri punti di forza.
Ci è stato insegnato che forza e potere erano sinonimi della parola "uomo" e negli anni, per raggiungerli, abbiamo sfruttato le affinità con il genere maschile, mettendo da parte ciò che invece andrebbe valorizzato del nostro genere e potrebbe portare a reali cambiamenti di direzione positivi.
Se provate a cercare su Google "le qualità di una donna", avrete molte difficoltà a trovare dei risultati soddisfacenti. Troverete le caratteristiche che di una donna piacciono agli uomini e come riuscire ad ottenerle. Troverete qualità come l'empatia, la sensibilità, l'accudimento: stereotipi limitanti, non in quanto tali, ma perché carenti se non sostenuti da altre tantissime peculiarità e sempre solo legati all'idea di una donna in relazione a qualcun altro.
Vi voglio elencare ora alcuni attributi che rendono unico il nostro genere e che dovremmo mettere in mostra come una medaglia al valore, da passare alle nostre figlie con orgoglio; da insegnare ai nostri figli maschi come qualità a cui ambire. Certo, anche questi non sono tutti requisiti innati, ma molti vengono acquisiti mediante l'educazione; ma rimangono comunque degni di vanto.
E, naturalmente, con ciò non voglio classificarli come necessariamente esclusivi del nostro genere: anche molti uomini potrebbero riconoscersi in questa piccola lista. Apparirà però ovvio a tutti i miei lettori che si tratta di peculiarità a maggioranza femminili ed esorto a prenderne spunto, non ad affermarne la scontatezza.
Siamo multitasking: le donne sono in grado di portare avanti molte azioni insieme; siamo portate a vedere le realtà nella loro globalità: gli uomini hanno una visione più settoriale; possiamo avere multiorgasmi e la nostra esperienza sessuale è spesso capace di abbracciare anche la nostra emotività; sopportiamo maggiormente il dolore e siamo più propense al sacrificio; abbiamo molta più pazienza ed energia; siamo in grado di ascoltare, con il cuore, e di parlare apertamente delle nostre emozioni; siamo più altruiste e più comprensive; possiamo trasformarci, cambiare il nostro look e aspetto con estrema facilità; riusciamo a vedere molteplici possibilità, ove l'uomo spesso vede un'unica soluzione; abbiamo maggior coraggio di cambiare le nostre abitudini; il ciclo ci permette spesso una vita più lunga e ci protegge da molti malanni; la nostra memoria è più solida; abbiamo un rapporto più maturo con i nostri genitori, che meno spesso degenera in situazioni morbose; siamo portate a sognare in grande, ma non ci abbattiamo se la situazione richiede attesa.
E voi, vi siete mai domandate quale fosse il vostro motivo d'orgoglio d' essere una donna?
Provate a pensarci e a far sì che venga notato. Dobbiamo rimarcare le doti che ci rengono uniche e, pertanto, essenziali. Indipendentemente dalla moltiplicazione della specie.
"Dietro una grande DONNA c'è sempre un grande uomo" è una frase ben lungi dall'essere diffusa: è ora che ci impegniamo tutte ad invertire la rotta.
 (Articolo pubblicato in primis sulla rubrica omonima di AostaCronaca)

Isabella Rosa Pivot

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